Storia
Preistoria ed età antica
Gli insediamenti preistorici appenninici sono stati studiati a partire dal XIX secolo, in particolare grazie agli studi dell’abate Gaetano Chierici, un fondatore degli studi di paletnologia in Italia.
I primi spostamenti e insediamenti di popolazioni possono risalire alla fase di prosciugamento della Pianura padana, e sono localizzati principalmente sulle alture del basso Appennino. Le tracce ritrovate sono databili al neolitico, al paleolitico, all’età del bronzo recente e all’età del ferro. In seguito si hanno notizie di Umbri, Pelasgi ed infine Etruschi, che si insediarono per circa cinque secoli, per essere poi cacciati dai Galli nella pianura e dai Ligurinell’Appennino, finché anche questi ultimi furono sconfitti dai Romani con Marco Emilio Lepido.
In età romana si ebbe l’insediamento di Luceria, nella pedecollina vicino al torrente Enza.
Medio Evo ed età moderna
Il territorio appenninico, fino almeno all’XI secolo, era diviso in due circoscrizioni principali: il territorio del castrum Verabulum, che aveva il suo centro nell’attuale Carpineti, e il territorio del castrum Bismantuae, cioè di Bismantova, l’attuale Castelnovo Monti. Il Medio Evo è caratterizzato dallo sviluppo dei Feudi e dalla costruzione di numerosi castelli. Fra gli altri ebbe importanza la famiglia della casata dei Canossa, che raggiunse l’apice con la Contessa Matilde, nel periodo delle lotte per le investiture che culminarono nel famoso episodio di Enrico IV a Canossa, nello storico castello, e con le successive lotte per il possesso del patrimonio Matildico.
Chi si fu più interessato a garantirsi i diritti sulle terre della Grancontessa fu il Comune di Reggio, sorto proprio poco dopo la morte di Matilde di Canossa. L’espansione del Comune nell’Appennino reggiano iniziò nella seconda metà del 1100 e terminò circa un secolo dopo. La sottomisisone del contado garantiva a Reggio di poter disporre di maggiori risorse economiche e umane per le guerre, alimentari e materiali per la popolazione urbana che in quel periodo necessitava di quantità sempre maggiori di alimenti e materie prime. Tra i primi villaggi a sottomettersi al Comune vi furono Baiso e Castellarano, nel 1169. Più tardi, in un periodo compreso tra il 1188 ed il 1240 giurarono anche, tra le altre, Castelnovo ne’ Monti, Leguigno, Felina, Cavola, Ramiseto, Carpineti, Cerreto Alpi, Cervarezza e i borghi della Val d’Asta. Non furono queste vere e proprie conquiste militari, ma sottomissioni volontarie poiché era interesse dei reggiani evitare di impegnarsi in lunghi assedi contro castelli ben muniti assicurarono e interesse dei nobili montanari avere dalla loro parte un potente alleato contro i feudatari vicini. Rimanevano escluse dall’influenza reggiana Sologno, la valle dell’Ozola, Toano e buona parte della Val d’Enza. Non di rado vi furono scontri con i comuni vicini, in particolar modo con Parma, per il possesso dei castelli appenninici.
Vennero poi gli Estensi che tennero la provincia reggiana e l’Appennino, salvo brevi interruzioni, dal sec. XIII al 1796. Fu quindi proclamata la Repubblica Cispadana (27 dicembre 1796), poi la Cisalpina e infine la Repubblica Italiana, con Napoleone primo Console. Durante quest’ultimo periodo i Commissari nell’Emilia furono sostituiti dai Prefetti Dipartimentali e la montagna reggiana appartenne al Dipartimento del Crostolo con sede a Reggio.
Nell’ultima parte del dominio estense, con Napoleone e poi di nuovo la Restaurazione vennero avviati e compiuti i lavori della strada del Cerreto, di comunicazione fra Reggio e Sarzana, attraverso il Valico del Cerreto.
Coi decreti del 4 e 27 dicembre 1859 di Luigi Carlo Farini, a seguito dell’estinzione del ducato estense, l’Appennino ebbe una sistemazione amministrativa definitiva come il resto della Provincia di Reggio Emilia.
Territorio
L’Appennino Reggiano confina a nord con la Pianura padana, a sud con la Garfagnana, a ovest con l’Appennino parmense e a est con il Frignano.
Il territorio dell’Appennino reggiano comprende i seguenti comuni, raggruppati nella Comunità montana dell’Appennino reggiano: Castelnovo Monti, è il comune più popoloso e può essere considerato il “capoluogo” dell’Appennino reggiano, il nuovo comune di Ventasso che dal 2016 comprende gli ex comuni di Collagna, Busana, Ramiseto e Ligonchio e il comune di Villa Minozzo dell’alto Appennino; mentre i comuni di Vetto, Canossa, Casina, Viano, Baiso, Carpineti e Toano sono localizzati nella fascia del medio-basso Appennino
I seguenti comuni fanno invece parte della prima fascia collinare e dell’alta pianura: Quattro Castella, Vezzano sul Crostolo, Albinea, Scandiano, San Polo d’Enza
Il territorio dell’Appennino reggiano è particolarmente interessante dal punto di vista naturalistico e paesaggistico ed è preservato da un basso livello di antropizzazione e bassa densità di popolazione. Inoltre, non è attraversato da autostrade o ferrovie e gli insediamenti industriali sono limitati ad alcune zone della fascia basso appenninica.
I territori dei comuni di Castelnovo Monti, Villa Minozzo, Busana, Ramiseto, Collagna e Ligonchio sono in parte inclusi nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano.
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